Dal momento in cui veniamo al mondo, il “qui e ora” è l’unica cosa che abbiamo: possiamo imparare dal passato, ma non possiamo riviverlo e possiamo proiettarci in un futuro, non avendo la certezza che ve ne sia uno.

Eppure, la maggior parte delle persone fatica a vivere nel presente: si tende a rimuginare costantemente sul passato e ci si preoccupa troppo per il futuro, facilitando l’ingresso a stati d’animo quali ansia, depressione, irrequietezza e frustrazione.

Mindfulness significa essere consapevoli e pienamente presenti in ciò che sta accadendo in questo preciso momento, calandosi nell’attimo presente ed essendo coscienti di ciò a cui stiamo prestando attenzione, astenendoci dal giudizio.

Il concetto di Mindfulness affonda le sue radici principalmente nelle tradizioni contemplative buddiste e deriva dalla parola Sati che in lingua Pali, antica lingua indiana, significa consapevolezza o attenzione presente e attiva.

Fu Jon Kabat-Zinn , biologo molecolare americano e meditatore nella tradizione buddista Theravada, ad adattare, a partire dal 1979, le pratiche di meditazione apprese a contesti secolari, come ad esempio gli ospedali. Egli diede vita a un programma di otto settimane per la riduzione dello stress (Mindfulness- Based Stress Reduction – MBSR) e iniziò a utilizzarlo presso l’Università del Massachussetts, con gruppi di pazienti ambulatoriali che soffrivano di condizioni croniche. Fin dai risultati preliminari emerse che la pratica meditativa portava ai pazienti grandi benefici psicofisici, soprattutto rispetto alla gestione del dolore cronico.

Il programma iniziò a diffondersi e dopo pochi anni era già presente in 240 ospedali americani.

I programmi di mindfulness sono ormai ampiamente diffusi in tutto il mondo e convalidati dalla ricerca clinica, con l’obiettivo di sostenere il potenziale di guarigione dell’unità corpo-psiche.

Sono stati dimostrati benefici rilevanti nel dolore cronico, nei disturbi d’ansia, nella psoriasi, nei malati di cancro, nei disturbi depressivi e nei disturbi alimentari, soltanto per citarne alcuni. I protocolli MBSR sono stati, inoltre, utilizzati per promuovere il benessere nei contesti scolastici, sportivi, nella genitorialità e nei luoghi di lavoro.

La diffusione della mindfulness ha stimolato la ricerca scientifica ad indagare sugli effetti della meditazione sul cervello, confermando che essa modifica gli assetti delle reti neuronali, migliorando le capacità attentive, la risposta agli stimoli esterni e la regolazione degli ormoni dello stress.

L’accettazione incondizionata e senza giudizio del momento presente non significa promuovere una rassegnazione apatica rispetto alle proprie condizioni, ma stimolare allo sviluppo di una più consapevole e piena comprensione della realtà che consente una maggiore padronanza dei propri stati d’animo e risposte agli eventi esterni più appropriate, meno reattive e dettate da pregiudizi e abitudini.

Dedicarsi regolarmente alle pratiche mindfulness aiuta quindi a:

  • rafforzare il sistema immunitario
  • aumentare il proprio livello di consapevolezza sul mondo interno
  • innalzare il tono dell’umore
  • alleviare lo stress e i vissuti ansiosi
  • migliorare la capacità di gestire le emozioni
  • agire in maniera meno impulsiva
  • migliorare le capacità attentive, mnemoniche e creative
  • favorire un maggior benessere psico-fisico globale

Forse potremo provare a fidarci del momento presente, accettando ciò che sentiamo o pensiamo in questo momento perché è il presente in atto. Se sapremo prendere posizione e ci abbandoneremo al presente in tutta la sua pienezza, forse scopriremo che il momento attuale merita la nostra fiducia.”

Jon Kabat-Zinn