Cosa vuol dire coltivare la propria vita secondo una dimensione spirituale?
Innanzitutto è bene chiarire che la spiritualità non ha necessariamente a che fare con la religione: anche una persona atea o non religiosa può avvertire l’esigenza di implementare la spiritualità nella propria esistenza.
Si tratta di intraprendere un percorso di crescita e ricerca interiore che trascenda la mera materialità, verso livelli più profondi dell’esistere, favorendo perciò una maggiore armonia ed equilibrio fra corpo, mente e spirito.
Divenire spirituali significa acquisire la consapevolezza che tutto, nell’Universo, è collegato (Entaglement) e che la separazione è soltanto un’illusione data dalla percezione limitata dei sensi. Significa incominciare a riconoscere che tutto ciò che esiste è sacro, che la vita stessa è sacra e va onorata e rispettata ogni giorno nelle parti di luce, così come in quelle d’ombra.
Essere in connessione con il Tutto e sentirsi parte di qualcosa di più ampio aiuta a superare il senso di isolamento che sempre più attanaglia l’essere umano occidentalizzato, non più collegato alla terra e al cielo ma prigioniero del suo Ego, unica fonte di identificazione rimasta.
Se ciò che io dico risuona in te, è semplicemente perché siamo entrambi rami di uno stesso albero
W. Butler Yeats
Spiritualità come forza vitale dell’organismo
Identificarsi con il proprio corpo e le sue sensazioni è parte integrante del processo di trascendenza dall’Ego: spesso le persone, infatti, si identificano esclusivamente con la parte superiore del corpo, in particolar modo con la testa, sede della razionalità, del controllo e delle illusioni.
Quando mente e corpo sono separati, la spiritualità diviene un fenomeno intellettivo, di fede, anziché una forza vitale. Il corpo, invece, diviene semplice carne e laboratorio biochimico, come nella medicina moderna (Alexander Lowen).
Il corpo privo di legame con la spiritualità è caratterizzato da movimenti meccanici, insensibilità e mancanza di armonia.
Essere insensibili al proprio corpo e alle sensazioni ed emozioni che da esso derivano, significa agire come automi artificiali, isolati da se stessi e dalle altre creature viventi.
Iniziare a percepire tutto il corpo nella sua interezza, le emozioni racchiuse nelle viscere, il proprio respiro, i piedi a contatto con Madre Terra, favorisce il raggiungimento di un senso di integrità vicino allo stato di grazia originario e consente di affrontare la vita con maggior energia, vitalità e autenticità esistenziale.
Una visione olistica dell’organismo riconosce che il corpo è impregnato di uno spirito che è attivato dalla sua psiche e si prende cura delle sue azioni
Alexander Lowen